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Impressioni Antares Mercurio

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Questo non vuol essere un test approfondito, solo un resoconto delle prime impresioni che ho ricevuto tenendo in mano questo strumentino. Contate inoltre che non avuto ancora modo di testare le ottiche, per i problemi che dopo vi elencherò.
Vi starete chiedendo: "Ma se in un telescopio non testi le ottiche allora cosa lo recensisci a fare?", avete anche ragione, ma ho ritenuto sufficienti per scrivere questo articolo le sole prime impressioni.

Ho "rilevato" questo strumentino da una amico che lo teneva impolverato in cantina, per curiosità più che altro.. sfortunatamente non siamo stati più in grado di ritrovare oculari e cercatore, solo la diagonale è stata recuperabile. Vediamo quindi di capire cosa può offire questo piccolo strumento.

L'Antares Mercurio è un rifrattore da 60 mm di apertura, focale 700 mm, che monta accessori da 24,5 mm. Dubito che qualcuno possa interessarsi a questo strumento, è quanto di meno potete trovare in commercio (quanto di meno tra i prodotti venduti comunque in un negozio di ottica).

 

Ottiche

Ottiche MercurioRipeto che non ho ancora avuto modo di testare lo strumento sul cielo, un test comunque essenziale.
Le ottiche sono costituite da un doppietto acromatico spaziato in aria, sembrerebbe essere presente una qualche sorta di trattamento antiriflesso, a giudicare da alcune sfumature rosine che si notano in contro luce.
Frapposti tra le due lenti (che non hanno un trattamento di annerimento ai bordi) ci sono tre distanziali in carta pitturata di nero, una soluzione che lascia più di qualche dubbio (a voler essere buoni). Le ottiche sono trattenute a forza all'interno di un barilotto di plastica, che viene trattenuto al tubo in metallo tramite tre semplici viti.

Queste tre viti vanno "elegantemente" a sovrapporsi al cammino della luce, e nemmeno il diaframma interno al tubo riesce a mascherarne le punte.

 

Aspetto esterno e componenti meccaniche

Il tubo è in metallo verniciato di nero lucido ed è fornito di paraluce in pastica, il tubo è forse la cosa meglio riuscita di questo strumento (si lo so, sto facendo l'ironico)... al di fuori del tubo tutto il resto è in plastica, tranne le viti di fissaggio degli accessori e il pignone del focheggiatore. Parlando appunto del focheggiatore, il tubo portaoculari è in pastica cromata (che lusso), compresa la cremagliera. La sede del pignone è protetta da un coperchietto in metallo, che ha anche la funzione di trattenere al suo posto il perno del focheggiatore. La messa a fuoco è assai poco dolce (perlomeno nell'esemplare che possiedo), credo anche a causa del denso grasso utilizzato per la lubrificazione delle parti in movimento.

Un fattoassolutamente sconcertante è che la maggiorparte delle viti utilizzate sono di tipo autofilettante, ed "affondano" nella plastica. Questo vuol dire che smontare lo strumento o qualche sua parte più di qualche volta comporta il ritrovarsi le sedi delle viti quasi del tutto inutilizzabili. Ora è in commercio una nuova versione di questo strumento, e spero che per le viti sia stata adottata una soluzione differente.

 

Montatura e treppiede

Montatura MercurioL'Antares Mercurio è sostenuto da una semplicissima montatura altazimutale in metallo, il fermo di posizione è costituito da una barretta metallica stretta da una vite, si capisce subito che questo sistema non sia il massimo della precisione.

Il treppiede da me testato è interamente in legno, verniciato di nero.
Sostanzialmente come treppiede sarebbe più appropriato per un videocamera/fotocamera che per un telescopio, ma per quello che lo strumento deve fare svolge sufficientemente il suo lavoro.
Dotare questo strumento di un treppiede migliore ne avrebbe sicuramente raddoppiato il prezzo

 

 

 

Conclusioni

Questo è uno strumento di fascia MOLTO bassa, ma se avesse comunque un senso, uno scopo, non lo criticherei ulterioremente; invece non riesco proprio a comprendere l'utilità di un siffatto strumento. Ragioniamo un attimo. Acquisto un rifrattore, teoricamente dovrei dedicarmi alle osservazioni ad alta risoluzione, luna e pianeti; in questo caso dovrei spingermi ad ingrandimenti discreti (130-150X), peccato che questi ingrandimenti siano improponibili per questo strumento. Questo per il semplice fatto che la montatura che sorregge il tubo è "ballerina", nonchè il sistema di fermo estremamente impreciso. Anche se riuscissimo a puntare Giove a 120X, la minima vibrazione o il minimo tentativo di agire sul blocco in Alt. provocherebbe l'uscita del soggetto inquadrato dal campo visivo. Senza contare che con un focale di 700mm per arrivare a 120X dovremmo utilizzare un oculare da 6mm, parecchio scomodo nel suo utilizzo. In poche parole con un Antares Mercurio siete "costretti" a rimanere sui 70-80 X massimo.

Ma allora cosa possiamo osservare a questi ingrandimenti? I pianeti poco o nulla, se non qualche occhiata curiosa. La luna, ma solo per avere una panoramica generale. Al massimo possiamo dedicarci all'osservazione a bassi ingrandimenti di soggetti estesi della via lattea, qualche ammasso aperto, i soggetti più luminosi come M42; in questo caso potremmo apprezzare la puntiformità delle stelle tripica di ogni rifrattore, ma 60mm saranno sempre troppo pochi per apprezzare davvero qualsiasi oggetto del profondo cielo. Conclusioni? L'Antares Mercurio non è nè carne nè pesce. Certo molti dei suoi difetti derivano proprio dalla montatura, ma chi acquisterebbe una VixenGP per montarci sopra questo tubo ottico? Rimanendo quindi coi piedi per terra, non consiglio questo strumento nemmeno ad un ragazzino: con lo stesso prezzo gli si può regalare un ottimo binocolo 10X50, che tutto sommato gli mostrerà bene gli oggetti estesi e che risulterà utile anche negli anni successivi. Forse l'Antares Mercurio può essere utilizzato come strumento guida su telescopi di calibro maggiore, ma in commercio esistono rifrattori di qualità maggiore venduti a prezzi minori (vedi Skywatcher).

In sostanza, evitatelo.

 

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