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Alcuni suggerimenti pratici per le vostre prime osservazioni col telescopio

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Ho notato che spesso quando si utilizza per la prima volta un telescopio, si è all'oscuro di molti piccoli accorgimenti, di tante piccole "regole" che possono davvero aiutare a rendere meno difficoltose le nostre serate osservative. Se siete già degli astrofili esperti questo piccolo articolo non fa per voi, se invece termini come adattamento visivo, oppure stazionamento, non vi dicono nulla allora forse è meglio che continuiate a leggere. Per scrivere queste righe ho anche preso spunto dalle frequenti domande di carattere pratico che mi vengono poste nel canale #astronomia da coloro che posseggono davvero da poco tempo un telescopio.

Col tempo aggiungerò tanti consigli quanto me ne verranno in mente, anche in base alle domande che mi verrano poste in futuro. Premetto che non sono un astrofilo che ha ragiunto il massimo tetto della conoscenza celeste, anzi, quindi se dopo aver letto questo articolo avete le idee confuse, oppure non avete trovato quello che stavate cercando, potete benissimo contattarmi via e-mail, oppure direttamente in chat. (o anche leggere qualche altro articolo di qualche altro astrofilo, il che non fa mai male in questi casi, anzi ve lo consiglio).

Siete dunque di fronte al vostro bel telescopio nuovo, fuori al freddo invernale, avete un strana ansia, e volete osservare tutto l'universo. Quello che poi succede è che passate un paio d'ore a cercare di capire cosa osservare, come fare ad osservarlo, come si usa il moto orario, etc etc... Primo fondamentale e ovvio consiglio, leggete sempre attentamente il manuale allegato al vostro telescopio, esso vi fornirà molte, nonchè utili, informazioni di base. Se purtroppo il manuale non lo avete oppure conta di due misere paginette nella quali si parla solo della marca e del modello allora dovrete darvi da fare un po' di più per reperire le informazioni mancanti,questo leggendo anche articoli in rete dei numerosi astrofili. Cominciamo quindi con i consigli che vi voglio dare:

Riuscire a puntare gli oggetti celesti
E' una delle prime difficoltà alle quali va incontro il novello astrofilo. Se possedete già una buona/ottima conoscenza del cielo non dovreste avere problemi particolari nel puntamento di un oggetto celeste, ma non sempre è così, e capita di ritrovarsi a "vagare" a caso per la volta celeste, chiedendosi come è possibile riuscire ad inquadrare un qualsiasi soggetto.
Fondamentale è munirsi di una cartina del cielo, digitale o cartacea che sia, senza di esse non riuscirete a puntare nulla che non sia la Luna o qualche stella/pianeta maggiore. Se possedete una montatura equatoriale la prima operazione da effettuare è lo stazionamento della stessa, nel caso di una montatura altazimutale l'operazione non è richiesta.
Una volta che avete deciso il soggetto da osservare (assicuratevi che sia alla portata del vostro strumento), una delle tecniche più efficaci per il puntamento dell'oggetto celeste è la tecnica dello "star hopping", non spendo ulteriori parole in quanto ho già scritto a tal proposito un articolo che trovate nella sezione Osservare.
Fondamentale è comunque l'utilizzo del cercatore, questo "telescopio" in miniatura è il vostro più fedele alleato nella ricerca e nel puntamento dei corpi celesti che intendete osservare: i bassi ingrandimenti che esso vi fornirà sono in grado di mostrarvi un immagine ad ampio campo, utilissima per orientarsi in cielo, e per il puntamento. Per quanto utile possa rivelarsi il cercatore però esso risulterà inservibile se scollimato. Collimare il cercatore significa in sostanza rendere l'asse ottico dello stesso parallelo all'asse ottico del vostro telescopio: in questo modo quando punterete un oggetto mediante il cercatore, il soggetto risulterà centrato anche nel campo del telescopio.
La collimazione del cercatore è una operazione che andrebbe effettuata di giorno, quando è più facile riuscire a puntare un qualsiasi soggetto: scegliete un bersaglio posto ad una distanza di almeno 500 metri (questo per evitare errori di parallasse), come soggetto sono ideali ad esempio i pali della luce, o della corrente. Puntate e centrate il bersaglio nel campo delle ottiche principali, a questo punto dovreste regolare le tre viti di sostegno del cercatore finchè il crocicchio dello stesso non punterà esattamente il bersaglio scelto.

Adattamento termico dello strumento
Forse non lo sapete, ma il vostro telescopio, prima di essere utilizzato per osservare, necessita di adattarsi alla temperatura dell'ambiente esterno. Questo sopratutto quando lo sbalzo termico tra la casa e fuori è molto elevato (pieno inverno). Questo adattamento richiede un tempo non inferiore ai 30 minuti (40 van bene generalmente), quindi se avete previsto di osservare per una data ora, abbiate l'accortezza di porre il tele all'ambiente esterno per almeno mezz'ora di tempo. Il telescopio ha bisogno di adattarsi alle deformazioni provocate dallo sbalzo termico, ed osservare prima che questo avvenga può provocare delle deformazioni nelle immagini (spesso le immagini parranno "bollire"). Se non credete a questo provate voi stessi ad osservare ad esempio un qualsiasi oggetto esteso, come la luna, all'inizio e dopo 30 minuti almeno, la differenza vi parrà evidente.

Adattamento alla visione notturna
Anche i vostri occhi hanno bisogno di un periodo di adattamento, e non alla temperatura, bensì al buio. Questo richiede normalmente 10-15 minuti. Quando i vostri occhi si saranno adattati a una minore quantità di luce allora riuscirete a distinguere oggetti più deboli, dettagli più fini su pianeti ed oggetti deepsky, oppure vedere stelle molto fioche. Potete sperimentare questo passando velocemente da un ambiente illuminato ad uno esterno: all'inizio vedrete solo le stelle più luminose, ma col passare del tempo ai vostri occhhi ne appariranno tante altre che prima non riuscivate a vedere. Ovviamente guardare qualsiasi luce intensa dopo l'adattamento vanifica completamente lo stesso. Per questo che si fa generalmente uso di una piccola torcia a luce rossa, sia per illuminare le mappe sia per lavorare con l'attrezzatura. La luce rossa poco intensa non provoca abbagliamento.

Da dove osservare
Evitate di osservare attraverso una apertura da una stanza (ad esempio da una finestra aperta o peggio, da una chiusa), Questo perchè i moti turbolenti che si vengono a creare dalla differenza di temperatura tra l'aria esterna e quella interna possono diminuire di parecchio le prestazioni dell'ottica del vostro strumento. (in quel momento il tele "rende" molto meno, non vuol dire che si rovinino fisicamente le ottiche dello strumento).

Oculare e occhiali
Mentre osservate evitate di entrare in contatto con l'oculare, questo significherebbe provocare numerose brutte vibrazioni che rovinano la visione, niente occhi quindi appoggiati all'oculare. Certo, a bassi ingrandimenti (20, 30) queste vibrazioni possono anche dare pochissimo fastidio, ma già a moderati ingrandimenti esse si rivelano inaccettabili. Un appunto per chi porta gli occhiali. Se non siete astigmatici potete osservare senza gli occhiali in quanto la messa fuoco del telescopio è in grado di compensare il vostro difetto visivo; se invece siete astigmatici dovreste osservare utilizzando gli occhiali

Quanti ingrandimenti utilizzare
Ogni diverso strumento è in grado di raggiungere un massimo ingrandimento utile, e questo dipende appunto dallo strumento stesso. In condizioni di cielo perfetto, il massimo ingrandimento utile è di circa 25X per centimetro di apertura (ed è già troppo). Più però le condizioni del cielo peggiorano e minori sono gli ingrandimenti che possiamo permetterci di utilizzare; se in queste condizioni provassimo a spingerci ad alti ingrandimenti noteremmo una decisa diminuzione della nitidezza dell'immagine. E' sempre preferibile una immagine più piccola ma molto nitida ad una grande ma oscura e con pochi dettagli. Vi dico questo perchè ho sentito chi pretendeva di osservare la luna a 350X con un piccolo rifrattore da 60 mm di apertura, ovviamente riuscendo a vedere solo una macchia sfumata.

Come pulire le ottiche del telescopio
Questa nota non riguarda direttamente la fase delle osservazioni, ma è una domanda che potreste porvi. Bene, la prima cosa da dire è che meno volte pulirete le ottiche e meglio sarà. Questo perchè la pulizia troppo frequente può danneggiarle superficialmente (graffi) in breve tempo, in più rischiate inoltre di "rimuovere" i vari trattamenti multistrato (come quelli di antiriflesso) che le ottiche moderne e di qualità posseggono.
Nel 95% dei casi lo sporco presente su lenti e specchi è dovuto alla sola polvere. Una certa quantità di polvere non influisce minimamente sulle perfomances del vostro strumento, quindi se di sola polvere si tratta potete evitare tranquillamente di pulirle. Se i depositi di polvere sono davvero così spessi (ma lo mettete il tappo?) potete rimuoverli utilizzando un pennelino morbidissimo,acquistabile in un negozio di ottica, sempre agendo molto delicatamente. Ancora meglio è utilizzare un piccolo soffietto, in modo da evitare qualsiasi contatto con l'ottica.
Se non si tratta di polvere ma bensì di sporco organico (come le ditate) allora è necessario fare ricorso a delle soluzioni opportune; potete acquistare quelle adatte sempre in un negozio di ottica, oppure prepararle in casa, seguendo le istruzioni spesso riportate nel manualetto che accompagna il vostro strumento al momento dell'acquisto. Per l'operazione non utilizzate assolutamente materiali come salviettine per occhiali oppure stoffe, meglio utilizzare un Kleenex bianco, e pulite con movimenti delicati in senso radiale (dal centro verso l'esterno), cambiando spesso il fazzolettino durante l'intera operazione. Al termine "risciacquate" utilizzando acqua distillata, con solito Kleenex. Attenzione: non effettuate mai movimenti circolari mentre pulite le ottiche !

Come detto prima, potete prepararvi voi stessi una soluzione casalinga per la pulizia delle ottiche. La ricetta che riporto qua è quella consigliata dalla Meade, ed è adatta anche per lastre trattate: 2 parti di acqua distillata, 1 parte di alcool isopropilico ed una goccia di liquido detergente per piatti ogni 1/2 litro di soluzione.
Importante
: Sappiate che l'alcool isopropilico è una sostanza nociva per inalazione e irritante per contatto, andrebbe quindi maneggiata utilizzando dei guanti resistenti ai solventi organici e una mascherina per evitare l'inalazione dei vapori. l'utilizzo di questa sostanza da ottimi risultati, ma se non volete munirvi delle precauzioni allora ve ne sconsiglio l'utilizzo. In alternativa è possibile fare uso di alcool denaturato.Il "problema" dell'alcool denaturato è che risulta molto aggressivo nei confronti delle ottiche (è un forte solvente) quindi andrebbe utilizzato con parsimonia e solo quando necessario.
Il Manuale Celestron consiglia (per la pulizia delle lastre dei suoi SC) allo stesso modo di utilizzare soluzioni già pronte oppure di preparare una miscela di alcool isopropilico e acqua distillata in proporzioni 60% - 40%. Oppure utilizzare una soluzione composta da 2 gocce di detersivo liquido per piatti ogni 1/4 di litro di acqua distillata.
Comunque usate sempre la massima delicatezza, in modo da evitare di graffiare le ottiche!

Nota per l'astrofotografia con montatura altazimutale motorizzata
Se disponete di una montatura altazimutale motorizzata (in entrambi gli assi ovviamente), ed utilizzate il moto orario, allora nel corso dell'inseguimento l'immagine ruoterà all'interno del campo visivo. Questo è un problema quando avete intenzione di raccogliere un determinato numero di fotogrammi del soggetto astronomico in questione, utilizzando una webcam, CCD o videocamera. A causa di questa lenta rotazione allora fotogrammi molto distanti tra loro, in senso temporale (per distanti intendo sopra i 10-15 secondi) rappresenteranno un soggetto che nel frattempo è "cambiato" (ruotato) e non potranno più essere utilizzati per una successiva somma.
Il problema non si pone quando si scatta una foto a posa molto breve (ad esempio con una reflex, e pose nell'ordine di qualche secondo), o si raccolgono pochi fotogrammi, compresi in un piccolo spazio temporale (consiglio in questo caso sotto i 10 secondi, ma potete provare a effettuare dei test). Dire che il problema non si pone non significa dire che in pochi secondi non avviene la rotazione "parassita" della quale vi parlavo, vuol dire semplicemente che la rotazione è piccola, e può essere considerata quasi trascurabile per le vostre esigenze. Ma ricordatevi che esiste sempre, e come in tutte le cose sarebbe meglio operare per evitarne anche la minima presenza.
Questo si può fare utilizzando ad esempio una montatura motorizzata equatoriale, vera "regina" dell'astrofotografia a media-lunga posa (Reflex, CCD, Webcam o videocamera. etc...).

Smorzamento delle vibrazioni
Vibrazioni derivanti dalla montatura che sorregge il telescopio o da un treppiede un po' ballerino sono purtroppo una realtà con la quale dover convivere, a meno di non spendere molti soldi in attrezzatura di alto livello. Ci sono due cose abbastanza pratiche e veloci che potete realizzare per attenuare un poco (sempre meglio di niente), le suddette vibrazioni.
Potete ad esempio comprare o autocostruirvi dei cuscinetti in materiale morbido da posizionare sotto le punte del treppiede che utilizzate; questa è una soluzione da adottare ovviamente quando osservate posizionando il telescopio su una superficie piana dura, osservando su un prato non c'è esigenza. All'occorrenza potete utilizzare dei materiali in gomma, oppure dei feltrini per il mobilio. Sta a voi decidere, anche in base al peso della vostra strumentazione. Il secondo consiglio che vi do è quello di osservare mantenendo il treppiede alla sua minina estensione. Anche se in questo caso dovrete probabilmente osservare stando seduti, noterete un consistente calo delle vibrazioni generali.

Messa a fuoco
Nel corso di sessioni puramente visuali non è necessario riuscire a raggiungere il fuoco perfetto, il normale setup del fuoco con controllo visuale basta e avanza per le nostre osservazioni. Diverso il caso nel quale vogliamo effettuare astrofotografia, con qualsiasi tecnica: in questa situazione riuscire a raggiungere il fuoco esatto è di massima importanza, ed è un parametro che può fare la differenza tra un risultato mediocre ed un buon risultato delle nostre riprese.
Il metodo più pratico ed economico che esiste è l'utilizzo della cosìdetta maschera di Hartmann. Si tratta di un tappo, delle stesse dimensioni dell'ottica, sul quale vengono praticati due fori posti a 180 gradi l'uno dall'altro, oppure tre fori posti a 120 gradi. Tali fori vanno realizzati delle dimensioni di circa 1/6 del diametro dello strumento, alla maggiore distanza possibile l'uno dall'altro.
L'utilizzo di tale maschera è semplice: si applica come un tappo allo strumento e si punta una stella molto luminosa. Quando siamo fuori fuoco allora vedremo sul monitor due immagini grandi e sfuocate della stella che stiamo osservando. Più ci avvicineremo al fuoco e più queste due immagini si faranno piccole e nitide, quando esse andranno a coincidere per formare una sola immagine allora avremo raggiunto il punto di fuoco esatto.
Siccome tutti i soggetti astronomici sono posti all'infinito rispetto al telescopio, una volta che avremo messo a fuoco una stella luminosa allora risulterà a fuoco qualsiasi altro soggetto astronomico.

 

Per il momento è tutto, ma inserirò tutti i nuovi piccoli consigli che mi verrano in mente di volta in volta. Per critiche o suggerimenti non esitate a scrivermi.

 

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