In
una nottata limpida e buia un occhio umano allenato è in grado
di poter osservare fino a circa seimila stelle, un numero molto elevato
che però svanisce di fronte a tutti gli astri che compongono
la nostra galassia, stimati in circa cento miliardi. Nonostante ciò
seimila stelle possono sembrare comunque un numero enorme, che comporterebbe
un notevole dispendio di tempo ed energie per una catalogazione accurata
delle stesse. Attualmente le stelle vengono suddivise in costellazioni,
i nomi propri sono stati assegnati solo alle stelle più luminose,
per quelle per così dire secondarie vengono utilizzate le lettere
di Bayer (tratte dall'alfabeto greco) mentre per quelle meno luminose
si fa uso dei numeri di Flamsteed.
I nomi degli astri principali hanno per la maggior parte una derivazione
spesso molto antica, risalente alla cultura greca e a quella dei popoli
che abitavano la penisola arabica prima della civiltà islamica,
ma non mancano nomi coniati dal seicento al novecento. Tali nomitavi
antichi hanno poi subito nel tempo numerose traduzioni, invenzioni,
interpretazioni, fino ad arrivare a noi nella loro forma attuale.
Il volume che stiamo andando a considerare contiene il nome di ben
239 stelle, per un totale di 267 nomi visto che alcune stelle presentano
più di una denominazione. Le stelle in esame sono catalogate
per costellazioni, le quali vengono anche illustrate in una utile
serie di cartine celesti poste in fondo al volume.
Per ogni astro preso in considerazione la trattazione del significato
dell'appellativo della stella viene accompagnato da una gradita serie
di parametri fisici della stessa, come magnitudine, distanza, luminosità,
classe spettrale, temperatura e così via.
Scorrere tra le stelle a noi più conosciute e leggerne il significato
e la derivazione del nome si rivela alquanto interessante. Così
ad esempio veniamo a scoprire che Vega, la stella alpha della costellazione
delle Lyra, possiede un nome molto antico di origine araba che rappresenta
l'abbreviazione del significato "l'aquila in picchiata".
O che la stella più luminosa della costellazione dei Canes
Venatici prende il nome di "Cor Caroli", ovvero "il
cuore di Carlo" secondo, il famoso monarca inglese.
Questo libro si rivela dunque un volume molto curioso, che non dovrebbe
mancare nella biblioteca di ogni amante del cielo. Esso risulta molto
utile per dare finalmente un significato alle stelle che l'astrofilo
conosce e puntualmente osserva nel cielo notturno. La struttura non
è studiata per una lettura scorrevole bensì è
più adatta ad una consultazione episodica.